Aliquota minima di conversione
Certificato di previdenza
Deduzione di coordinamento
In base alla LPP, nella previdenza professionale non è l’intero reddito a costituire la base per il calcolo dei contributi mensili. Qui viene assicurata la quota salariale compresa tra 22’050 e 88’200 franchi svizzeri. Gli importi fino a 25’725 franchi sono coperti dal 1° pilastro (AVS). Questa quota salariale, pertanto, viene decurtata dalla LPP mediante la cosiddetta deduzione di coordinamento.
Un esempio di calcolo: | |
Reddito annuo: | CHF 80’000 |
Deduzione di coordinamento: | - CHF 25’725 |
Salario assicurato: | CHF 54’905 |
I contributi alla cassa pensioni si orientano al salario assicurato. La deduzione di coordinamento corrisponde sempre all’importo di 7/8 della rendita AVS annua massima.
Se il reddito è superiore a 88’200 franchi svizzeri, può essere facoltativamente coperto nella previdenza professionale mediante contributi sovraobbligatori. Per i lavoratori a tempo parziale e con reddito conseguentemente più basso, la deduzione di coordinamento può far sì che essi versino, rispetto al reddito complessivo, contributi LPP decisamente più bassi. Ne può conseguire che dopo il pensionamento siano corrisposte prestazioni inferiori. Per contrastare questo effetto, le casse pensioni più moderne adeguano la deduzione di coordinamento al grado di occupazione. Ciò comporta un salario assicurato più elevato, di conseguenza contributi alla cassa pensioni più elevati e in ultima analisi maggiori prestazioni assicurate del 2° pilastro.
Divorzio
Fairplay
Il principio di base del secondo pilastro è che ogni lavoratrice o lavoratore risparmi per se stesso e che il denaro le/gli venga pagato dopo il pensionamento. Tuttavia il sistema versa in una situazione sempre più critica, tanto che i redditi d’investimento degli assicurati attivi devono in parte essere utilizzati per le rendite dei pensionati. Si assiste pertanto lentamente a una ridistribuzione sempre più forte. I motivi sono diversi:
- In Svizzera si registra un progressivo invecchiamento della popolazione, e nascono sempre meno bambini. Questo modifica il rapporto tra lavoratori e pensionati, come documentato dall’Ufficio federale di statistica: nel 1991 c’erano ancora 28 pensionati su 100 lavoratori. Nel 2019 i pensionati erano già 35. Nel 2040, secondo la previsione dell’Ufficio federale di statistica, potrebbero esserci 50 pensionati per 100 lavoratori.
- Nel 1985, anno di fondazione della previdenza professionale obbligatoria, un uomo di 65 anni aveva una speranza di vita media di 15 anni, oggi è già di 20. Il denaro risparmiato deve quindi bastare per un periodo di tempo più lungo.
- Inoltre i fondatori della previdenza professionale sono partiti dal presupposto che gli averi previdenziali sarebbero stati remunerati nel lungo periodo in media con il 5 percento. Tuttavia questo non succede da molti anni: gli interessi sono talmente bassi che il capitale di previdenza cresce in misura sensibilmente più lenta di quanto previsto originariamente.
- Entrambi questi fattori, la maggiore speranza di vita e la remunerazione meno vantaggiosa fanno sì che l’aliquota di conversione fissata per legge al 6,8 percento per la parte obbligatoria sia diventata chiaramente troppo elevata. Questo significa che il capitale risparmiato non è più sufficiente per il periodo di pensionamento più lungo.
In questa situazione si forma una lacuna di finanziamento per le casse pensioni. Per poter pagare oggi le rendite promesse, le casse pensioni devono spostare o per l’appunto ridistribuire una parte dei redditi di investimento dai lavoratori ai pensionati. Le casse pensioni sono inoltre costrette a ridurre l’aliquota di conversione sull’avere di vecchiaia sovraobbligatorio. Di conseguenza le imprese con un livello salariale elevato e prestazioni per le casse pensioni generose co-finanziano altre imprese che hanno un livello salariale basso e offrono ai loro assicurati solo prestazioni minime.
Per questo Vita promuove il fairplay nella previdenza professionale: affinché anche gli attuali lavoratori e soprattutto i nostri figli possano costruire sul secondo pilastro, questo deve essere modernizzato in modo duraturo.
Grado di copertura
Il grado di copertura delle casse pensioni corrisponde al rapporto del patrimonio effettivamente disponibile e gli impegni a una determinata data di riferimento. Esso indica quindi la percentuale degli impegni di un istituto di previdenza che è coperta da valori patrimoniali. A partire da un grado di copertura del 100 percento la cassa pensioni possiede sufficienti mezzi finanziari per soddisfare tutti i diritti alle prestazioni a una determinata data. Tuttavia non sussiste ancora un cuscinetto; a tal fine il grado di copertura dovrebbe essere superiore al 100 percento.
Il grado di copertura è solo una dimensione tecnica, perché anche con un grado di copertura inferiore al 100 percento di fatto non succederà mai che p.es. tutti gli assicurati vadano in pensione contemporaneamente. Allo stesso tempo, però, un elevato grado di copertura indica che una cassa pensioni gode di solidità finanziaria ed è in grado di soddisfare i propri impegni senza problemi. Una cassa pensioni con un elevato grado di copertura ha anche una maggiore capacità di rischio e può permettersi p.es. una strategia d’investimento più orientata al rischio e quindi con maggiori opportunità di rendimento. Sono disponibili, infatti, mezzi a sufficienza per compensare possibili oscillazioni sui mercati finanziari.
Impatto zero di CO2
Nella previdenza professionale circola molto denaro, perché è lì che tutti i lavoratori versano i risparmi per la loro previdenza per la vecchiaia. Gli importi di risparmio di ogni singolo assicurato sono investiti in modo da avere a disposizione, dopo il pensionamento, il capitale più ingente possibile. Nello stesso tempo, con i fondi investiti le casse pensioni possono anche fornire un sensibile contributo alla sostenibilità. La Fondazione collettiva Vita si è quindi posta l’obiettivo di detenere entro il 2050 un portafoglio con impatto zero in termini di CO2. Ciò significa che la Fondazione effettua investimenti in modo tale che dalla loro somma totale non risulti alcuna emissione di CO2. Gli investimenti riguardano anche green bond, obbligazioni nelle quali gli emittenti si impegnano a utilizzare i fondi ricevuti per finanziare progetti ecologici, ad esempio per le energie rinnovabili. Le neutralità in termini di CO2 non può essere raggiunta dall’oggi al domani, bensì richiede generalmente anni o decenni, passando attraverso più fasi. L’obiettivo è quello di fornire un contributo agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.
La previdenza professionale
Nel sistema dell’assicurazione sociale svizzero, la previdenza professionale appartiene al 2° dei tre pilastri e integra le prestazioni di AVS e AI del 1° pilastro. Mentre il 1° pilastro ha la funzione di assicurare il minimo esistenziale per la vecchiaia e in caso di invalidità o decesso, il 2° pilastro intende garantire il mantenimento dello standard di vita abituale. Per molte persone, le prestazioni del 1° e del 2° pilastro ammontano congiuntamente, dopo il pensionamento, a circa il 60 percento del reddito (lordo) conseguito prima dell’evento assicurato. Per colmare eventuali lacune previdenziali o soddisfare desideri individuali dopo il pensionamento, esiste la possibilità di occuparsi autonomamente della propria previdenza tramite il 3° pilastro. Il 3° pilastro integra quindi la previdenza del 1° e del 2° pilastro. Il 3° pilastro si suddivide in previdenza vincolata 3a e previdenza libera 3b. Il pilastro 3a viene incentivato in modo mirato tramite misure di natura fiscale. Il pilastro 3b è una previdenza libera, il che significa che non è vincolata al pensionamento e può essere utilizzata anche per il raggiungimento di obiettivi di risparmio sul medio o sul lungo termine. Una cosa che molti non sanno è che mentre nel 1° pilastro si risparmia tutti insieme, nel 2° e nel 3° pilastro ognuno risparmia per se stesso/stessa; ciò significa che sebbene di norma potrete accedere al vostro avere di vecchiaia solamente dopo il pensionamento, il denaro sarà comunque di vostra proprietà per tutto il tempo.
Lacuna
Le lacune nella previdenza possono insorgere per diverse ragioni. Nel 1° pilastro, l’AVS, si parla di lacuna contributiva quando una persona non ha versato i contributi ogni anno o non ha ricevuto accrediti per compiti educativi o assistenziali. Nel 2° pilastro, la previdenza professionale, possono risultare lacune a seguito, fra l’altro, di un’occupazione a tempo parziale. Anche coloro che, ad esempio, sono emigrati in Svizzera dall’estero solo all’età di 30 anni rischiano di incorrere in lacune previdenziali in entrambi i pilastri. Le lacune nel 2° pilastro si possono colmare mediante un riscatto nella cassa pensioni. Dal momento che spesso, in età avanzata, le prestazioni del 1° e del 2° pilastro coprono solo il 60 percento circa del reddito precedente, è consigliabile integrare la previdenza per la vecchiaia con una soluzione nel 3° pilastro. Oltre al risparmio per la vecchiaia, nel 3° pilastro è possibile assicurarsi anche contro rischi della vita quali invalidità e decesso.
Momento del pensionamento
Prestazione per i superstiti
Promozione della proprietà d’abitazioni
Regime obbligatorio
Rendita d’invalidità
Rendita
Ridistribuzione
Riscatto nella cassa pensioni
Per «riscatto» non si intende la somma pagata per liberare qualcuno, bensì il riscatto volontario nella cassa pensioni. In questo modo migliorate la vostra prestazione di vecchiaia e nel contempo riducete il vostro carico fiscale nell’anno del versamento. Per questo il riscatto nella cassa pensioni vale il doppio. In genere esiste potenziale di riscatto in caso di anni di contribuzione LPP mancanti oppure se il salario è aumentato sensibilmente: ad esempio dopo un cambio di funzione o una fase di lavoro a tempo parziale. Spesso fiscalmente è utile scaglionare i riscatti su più anni per interrompere in questo modo la progressione. Il massimo riscatto possibile viene determinato dal regolamento della vostra cassa pensioni. Sul vostro certificato di previdenza vedete se esiste un potenziale di riscatto. Se, quanto e con quale scaglionamento sia utile un riscatto nella cassa pensioni, dipende da molti fattori. La soluzione migliore è verificarlo insieme con la vostra o il vostro consulente previdenziale.
Salario annuo
Strategia d’investimento
La strategia d’investimento indica in che modo una cassa pensioni investe sul mercato finanziario i fondi dei propri assicurati. In questo contesto è necessario attenersi alle norme e disposizioni legislative in vigore, stabilite in particolare nell’ordinanza 2 sulla Previdenza professionale (LPP 2). Si tratta quindi di riuscire, in queste condizioni quadro, a investire il denaro in modo oculato e nello stesso tempo massimizzare le opportunità di conseguire utili. La strategia d’investimento di una cassa pensioni è quindi determinante per il rendimento che può conseguire con i fondi previdenziali e influisce così anche sull’avere di vecchiaia del singolo assicurato. Infatti, a seconda del rendimento conseguito e della situazione finanziaria della cassa pensioni, si determina l’importo della remunerazione del patrimonio previdenziale.
Tabella delle generazioni
La tabella delle generazioni indica la probabilità di decesso rispettivamente la speranza di vita statistica e quindi anche la speranza di vita a partire dal momento del pensionamento. Questa informazione costituisce la base per il calcolo dell’aliquota di conversione nella previdenza professionale. Se si parte sistematicamente da una speranza di vita troppo bassa, i beneficiari di rendita ricevono all’anno una rendita troppo elevata. Il capitale che hanno risparmiato durante la loro attività professionale per la propria rendita non sarà sufficiente fino alla fine della vita. Tuttavia, essendo la rendita garantita fino al decesso, il capitale mancante deve essere realizzato mediante investimenti. Oppure viene ridistribuito dai lavoratori sui pensionati. Oggi ha luogo questa ridistribuzione, perché le aliquote di conversione non vengono adeguate alla crescente speranza di vita e ai bassi tassi d’interesse. Infatti con gli interessi a livelli storicamente bassi, gli investimenti di capitale consentono di realizzare solo rendimenti inferiori.