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AVS 21: cosa devono sapere gli imprenditori

I datori di lavoro sono chiamati in causa: il 1° gennaio 2024 entra in vigore la riforma AVS, corredata da novità nelle assicurazioni sociali e da un aumento dell’IVA. Ciò comporta difficoltà, ma offre anche opportunità.
AVS 21: cosa devono sapere gli imprenditori

Per due decenni, il sistema sociale svizzero non si è mosso: ora è invece imminente la riforma AVS 21. Approvata dagli elettori nel 2022, ha l’obiettivo di conservare il livello delle rendite AVS e di garantire il finanziamento dell’AVS fino al 2030. La riforma rappresenta un traguardo importante, con conseguenze sia per i lavoratori, sia per i datori di lavoro.

Le imprese sono chiamate ad agire a diversi livelli: con la riforma entrano in vigore una serie di misure che da una parte introducono una nuova regolamentazione dell’imposta sul valore aggiunto, dall’altra comportano variazioni nel 1° pilastro (AVS) e nel 2° pilastro (LPP). La principale novità è l’aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni.

Questi sono i punti principali della riforma AVS 21:

  • Età di riferimento uniforme: l’età di riferimento diventa quella di 65 anni, tanto per gli uomini quanto per le donne. Chi intende andare in pensionamento anticipato deve mettere in conto riduzioni della rendita. Per contro, le persone che lavoreranno oltre riceveranno un supplemento di rendita. L’età di riferimento di 65 anni è determinante per AVS e previdenza professionale e sarà introdotta gradualmente.
  • Aumento graduale: l’aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni avverrà a tappe a partire dal 2025, con un incremento di tre mesi all’anno (vedere grafico). Gli anni di nascita fino al 1960 non sono interessati dalla modifica. Le generazioni di transizione (nati dal 1961 al 1969) riceveranno supplementi di rendita a vita, se non optano per un prelievo anticipato della rendita di vecchiaia. Questa misura di compensazione serve a garantire il livello delle rendite.
Anno Anno di nascita Età di riferimento
2024 fino a 1960 64 anni
2025 1961 64 anni e 3 mesi
2026 1962 64 anni e 6 mesi
2027 1963 64 anni e 9 mesi
2028 Dal 1964 65 anni
  • Pensionamento flessibile: la data del pagamento della rendita diventa più flessibile. Le donne e gli uomini di età compresa tra i 63 e i 70 anni possono percepire la loro rendita di vecchiaia a partire da un qualsiasi mese, su richiesta anche in forma graduale (pensionamento parziale). Le donne della generazione di transizione dal 1961 al 1969 possono continuare a richiedere un pagamento anticipato della rendita a partire dai 62 anni, ma possono anche differirlo.
  • Ottimizzazione della rendita: ora nel calcolo della rendita saranno tenuti in considerazione anche i contributi AVS versati dopo aver compiuto i 65 anni. Ciò rende più allettante la prospettiva di lavorare oltre l’età di riferimento: in tal modo è possibile colmare le lacune contributive e incrementare la rendita AVS. Finora le persone che lavoravano per un periodo più lungo di quello obbligatorio non avevano alcun vantaggio diretto, sebbene continuassero a versare contributi all’AVS.

Riforma AVS: gli aspetti più importanti per i datori di lavoro

La riforma fornisce ai lavoratori una maggiore flessibilità nel pensionamento. Questo è vantaggioso non solo per loro, ma anche per i datori di lavoro, soprattutto in considerazione della carenza di personale specializzato e del pensionamento della generazione di baby-boomer: i collaboratori possono restare più a lungo nell’impresa, perché il lavoro svolto successivamente all’età di riferimento viene ricompensato. Inoltre, le donne lavoreranno un anno di più, il che potrà contribuire ad alleggerire la problematica della carenza di personale.

Il messaggio ai datori di lavoro è: offrite lavoro a tempo parziale o modalità di job sharing. Questi modelli flessibili consentono di sfruttare al meglio le fasi di transizione e di trasmettere in modo mirato le conoscenze specialistiche ai collaboratori chiave. Inoltre, la varietà di modelli di occupazione contribuisce a incrementare l’attrattiva dell’impresa sul mercato del lavoro.

Le novità a seguito della riforma AVS richiedono alcuni adeguamenti ai datori di lavoro. Questi sono gli aspetti principali:

  • Rielaborate regolamenti e contratti
    Importanti documenti come i manuali per il personale, le direttive e i contratti di lavoro necessitano di essere rielaborati e aggiornati: se contengono indicazioni fisse sull’età o determinati anni di nascita per il pensionamento, è opportuno modificarne la formulazione.
  • Verificate le condizioni della vostra cassa pensioni
    Ora anche nella LPP si applica l’età di riferimento di 65 anni per uomini e donne. Vi è inoltre la possibilità di anticipare o di differire il pagamento di prestazioni della cassa pensioni. Come per l’AVS, ciò è possibile tra i 63 e i 70 anni. Resta in essere l’opzione di inserire nel regolamento della cassa pensioni un prelievo anticipato già a partire dai 58 anni di età. Tuttavia, un differimento della prestazione di vecchiaia oltre l’età di riferimento è possibile solamente se si prosegue l’attività lucrativa. Ora gli istituti di previdenza devono dare agli assicurati la possibilità di percepire gradualmente almeno il 20 percento della loro prestazione di vecchiaia. Per il pagamento della rendita, le casse pensioni devono prevedere almeno tre tappe. Se la prestazione di vecchiaia viene percepita in forma di pagamento di capitale, il numero di tappe è limitato a un massimo di tre.
  • Adeguate l’imposta sul valore aggiunto
    È necessario incrementare nei sistemi le aliquote dell’imposta sul valore aggiunto. L’aliquota normale ammonta attualmente all’8,1 percento, l’aliquota ridotta al 2,6 percento e l’aliquota speciale al 3,8 percento. Alle prestazioni fornite fino al 31 dicembre 2023 vanno applicate le aliquote attualmente in vigore, dal 1° gennaio 2024 entreranno in vigore quelle nuove. Si consiglia di non emettere fatture a cavallo tra il 2023 e il 2024.

Capitale della cassa pensioni: evitare tassazioni elevate

La riforma AVS 21 ha conseguenze anche per il prelievo di capitale dalla cassa pensioni: ora gli assicurati devono prelevare tutto il loro capitale del 2° pilastro nell’anno del loro pensionamento, che si tratti di capitale CP o di capitale su conti/polizze di libero passaggio. Per gli averi su conti o polizze esistenti è stato concesso un periodo di transizione di cinque anni, al massimo fino alla fine del 2029.

Attenzione: se il capitale CP viene prelevato contemporaneamente a fondi del 3° pilastro, a causa della progressione fiscale potrebbero essere applicate imposte elevate. Per impedire questa situazione è opportuno prelevare anticipatamente i fondi del pilastro 3a. Ciò è possibile fino a cinque anni prima del raggiungimento dell’età di riferimento.

  • Adeguate, ove necessario, il sistema salariale
    L’attuale importo in franchigia AVS ammonta a 1’400 franchi al mese. In futuro, questo importo sarà opzionale per i pensionati che continueranno a lavorare. Rinunciando all’importo di franchigia essi hanno la possibilità di versare contributi aggiuntivi dopo il raggiungimento dell’età di riferimento. Questi contributi integrativi potranno migliorare la rendita di vecchiaia.

Attuando queste misure sarete già a buon punto. La riforma AVS richiede però anche un rafforzamento della comunicazione e della discussione con i collaboratori. Mettete a disposizione informazioni, effettuate colloqui e fornite un supporto nella pianificazione personale pensionistica. Ciò sarà vantaggioso tanto per i lavoratori quanto per i datori di lavoro, che potranno ottimizzare la strategia aziendale per il personale.

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