L’avere di vecchiaia nella previdenza professionale (LPP) rappresenta la più grande componente patrimoniale per la maggior parte degli svizzeri. Un nuovo sondaggio rappresentativo dell’istituto di ricerca Sotomo per conto delle Fondazioni collettive Vita e di Zurich Svizzera rivela che la popolazione svizzera tuttavia sottovaluta sistematicamente l’importanza della LPP per la protezione finanziaria in vecchiaia rispetto all’AVS. «Inoltre i versamenti mensili nella LPP per quasi la metà dei lavoratori e delle lavoratrici non rappresentano un investimento nel proprio avere di vecchiaia», spiega il Direttore dello studio Michael Hermann. La cosiddetta «trattenuta salariale» viene percepita come tassa o imposta.
Il secondo studio di Vita e Zurich sul tema «Il fairplay nella previdenza professionale» illustra perché, nel dibattito sulla previdenza per la vecchiaia, la LPP resta spesso in secondo piano rispetto all’AVS e perché la continua erosione del principio di copertura del capitale nonché l’impiego di miliardi di franchi svizzeri provenienti dai rendimenti degli investimenti della popolazione attiva per le attuali rendite non generino più resistenza.
La situazione di partenza di questo studio è costituita dal risultato principale del primo studio Fairplay, svolto nel 2021, secondo il quale il 56 percento della popolazione attiva non conteggia il capitale di previdenza LPP nel proprio patrimonio. Lo studio attuale analizza ora i motivi di questa mancanza di consapevolezza e dimostra che il vincolo nei confronti del proprio avere di vecchiaia potrebbe essere incrementato aumentando la sua visibilità e/o offrendo alla popolazione la possibilità di intervenire maggiormente nelle decisioni riguardanti gli investimenti LPP.
Risparmi LPP – L’importanza viene sistematicamente sottovalutata
«La popolazione non è consapevole dell’importanza della previdenza professionale per il proprio reddito nella vecchiaia», questa è la constatazione di Michael Hermann. Per chi va in pensione dopo aver percepito un salario medio, il secondo pilastro (LPP) contribuisce oggi maggiormente al reddito per la vecchiaia rispetto al primo pilastro (AVS). Ciononostante gli intervistati e le intervistate in età lavorativa attribuiscono all’AVS un’importanza per la loro protezione finanziaria nella terza età nettamente superiore a quella della LPP, ipotizzando una ripartizione del 44 percento (AVS), 33 percento (LPP) e 22 percento (risparmio volontario). «Questa percezione distorta deriva dal fatto che solo il 18 percento della popolazione attiva sa quale sia alla fine la somma del proprio capitale di previdenza LPP», afferma Hermann.
Contributi LPP – percepiti come tassa o imposta dalla metà della popolazione attiva
Sebbene le trattenute salariali LPP vengano versate direttamente nel conto previdenza personale, solo il 47 percento dei lavoratori attivi e delle lavoratrici attive le percepisce come un investimento nel proprio capitale di vecchiaia. Per il 28 percento si tratta di una sorta di tassa («contributo per la garanzia delle pensioni in Svizzera») e il 21 percento ritiene che siano un contributo da pagare obbligatoriamente. La configurazione e la denominazione dei contributi LPP come «trattenuta salariale», analogamente ai contributi AVS, fanno in modo che solo il 43 percento consideri il proprio capitale di previdenza effettivamente come parte del proprio patrimonio. «Il carattere di tassa o di imposta, che i contributi salariali della previdenza professionale possono assumere per gli assicurati e le assicurate indebolisce l’idea di fondo della previdenza professionale come risparmio per la propria vecchiaia», spiega Hermann.
Al momento dell’assunzione raramente si parla di LPP
Sebbene la configurazione della cassa pensioni sia molto diversa da azienda ad azienda e nella fattispecie si tratti di ingenti somme di denaro, nella maggior parte dei casi in fase di assunzione non si parla di LPP. «Solo nel 22 percento dei casi la struttura della previdenza professionale ha svolto un ruolo per l’assunzione», riferisce Hermann. Il tema viene per l’appunto affrontato nel corso del processo di candidatura solo nel 18 percento dei casi. Anche in questo contesto la LPP è per lo più invisibile.
I giovani praticamente non ne sanno nulla
Solo un terzo della popolazione sa che una parte dei redditi da capitale della popolazione attiva viene utilizzata oggi per il finanziamento delle rendite attuali. I giovani adulti e le giovani adulte sono sostanzialmente molto meno informati/informate in merito rispetto alle persone più anziane, che beneficiano di questa ridistribuzione. Anche se sono proprio i e le giovani ad esserne più interessati/interessate nel lungo periodo, e precisamente la costituzione del loro patrimonio, a causa dell’utilizzo di una gran parte dei loro redditi del capitale per le attuali rendite.
LPP – più visibilità e partecipazione alle decisioni
«Se si vuole aumentare nella popolazione la consapevolezza per la LPP e della sua importanza, occorre renderla più visibile e aumentare la partecipazione alle decisioni», spiega Hermann. Questa è la valutazione della popolazione. Il 72 percento degli assicurati attivi e delle assicurate attive accoglierebbe con favore la possibilità di avere costantemente e in qualsiasi luogo una panoramica della propria situazione previdenziale mediante un’app. A una percentuale simile piacerebbe poter scegliere autonomamente la propria cassa pensioni (72 percento) o la strategia di investimento (71 percento). Oltre a queste misure, in particolare anche un miglioramento generale delle conoscenze sugli investimenti contribuirebbe a una maggiore comprensione della LPP. Chi conosce gli investimenti di capitale, generalmente ha anche una maggiore comprensione per i meccanismi della LPP.
La ridistribuzione della LPP vista come ingiusta
Solo un terzo delle persone intervistate è consapevole che circa la metà dei redditi del capitale della popolazione attiva viene utilizzata oggi per il finanziamento delle rendite attuali. Se tuttavia si informano le persone in età lavorativa, che versano contributi nella LPP, in merito a questa ridistribuzione dei loro redditi del capitale, il 63 percento la giudica ingiusta. E sono ancora di più, e precisamente il 78 percento, gli intervistati e le intervistate che considererebbero ingiusto se una parte dei redditi del loro conto previdenza del pilastro 3a venisse utilizzata per le rendite attuali. «Questo dimostra che il vincolo personale con il capitale di previdenza è decisivo in merito al fatto che l’utilizzo dei redditi a favore di altri viene percepito come ingiusto ed estraneo al sistema», constata Hermann.